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Reducetarianesimo: dalla tavola di casa al ristorante

chef che prepara piatto vegetariano vegano aggiungendo spezie - tognana professional blog

Sembra uno scioglilingua? Siamo d’accordo. Eppure il reducetarianesimo è un concetto semplicissimo e sempre più diffuso, anche se più spesso identificato con il termine “flexitarian”.

Chi sono questi consumatori flexitariani? Non sono né vegani né vegetariani, ma in parte ne condividono le scelte alimentari: sono individui che hanno scelto di ridurre il consumo di carne, pesce e a volte anche di uova e formaggi.

Il motto è quello del ricercatore della Columbia University Brian Kateman: “meno quantità, maggiore qualità”. Ovvero è meglio mangiare carne una sola volta a settimana, ma sceglierla di una selezione più pregiata.

Le ragioni di questa scelta possono essere diverse, ma in generale vengono ricondotte a tre filoni:

  • salute – secondo alcune recenti ricerche una dieta principalmente vegetale aiuta a prevenire problemi cardiaci, a ridurre il colesterolo e a tenersi in forma;
  • etica – nel corso degli ultimi anni ci sono state tantissime inchieste relative alla crudeltà sugli animali in diversi allevamenti nel mondo. Molti consumatori preferiscono, come conseguenza, mangiare meno carne ma da filiera certificata sotto ogni aspetto;
  • ambiente – la cosiddetta “climate diet” è una tendenza in continua crescita e si basa su prodotti con il minor impatto possibile sull’ambiente. Secondo alcuni studi la carne vegetale permette di abbattere dell’87% l’emissione di gas serra rispetto alla controparte “reale”, e di risparmiare sul consumo di terra e acqua.

Perché, quindi, diventare flexitariani invece che vegetariani e vegani? Semplice, in molti non riescono a rinunciare al gusto di una buona bistecca o di un trancio di pesce.

Il mondo della ristorazione sta ovviamente seguendo il trend, proponendo sempre più alternative vegane e fake meat nei propri menu.

fake meat - carne vegetale e sintetica per cucina vegana e vegetariana - tognana professional blog

Fake meat: carne sintetica o vegetale?

Partiamo da una precisazione: non tutta la fake meat (letteralmente “carne finta”) è vegetale. Ad accumunare tutte le tipologie è l’obiettivo: creare un alimento simile per consistenza, aspetto e (a volte) gusto alla carne.

La carne vegetale, creata a partire da alimenti come cereali, tofu o verdure, è una scelta consolidata ormai da tempo e si trova anche tra gli scaffali della grande distribuzione. È un classico del vegetarianesimo, che ha fatto innamorare tantissimi consumatori grazie all’ampia varietà di gusti e abbinamenti disponibili.

La carne sintetica, dall’altro lato, viene invece creata in laboratorio e stampata in 3D. Fantascienza? No: da quest’anno entrerà anche nei menu più rinomati, come in quelli dello chef tristellato Marco Pierre White.

Sarà l’avvento del veganesimo in tutti i ristoranti? Per ora non sembra. Certo è che le alternative prive di carne, pesce e derivati animali sono una richiesta sempre più in ascesa. E si sa, il cliente ha sempre ragione e bisogna adattarsi alle sue esigenze.

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